Vicende storiche
Le origini della chiesa di san Pietro apostolo sono antichissime, essendo citata una "ecclesie Soavi" in un documento del 1191.
Gli atti della visita Sfrondati (1578) la descrivono come un semplice edificio di dimensioni modeste con due aperture (una sulla fronte e una laterale): la cappella dell'altare aveva il soffitto a volta ed era privo di ancona; possedeva le suppellettili minime necessarie per le celebrazioni liturgiche. Davanti l'edificio era collocato il cimitero.
Il 17 aprile 1583 il vescovo di Bergamo Geronimo Regazzoni ordinò che la chiesa fosse smembrata dalla chiesa di sant'Antonio abate e che fosse aggregata alla morte del parroco alla neonata (1580) diocesi di Crema. L'atto di passaggio a Crema venne redatto nel 1594 dopo il decesso di don Andrea Dondoni.
Il primo parroco di Salvirola cremasca fu don Domenico Longo che provvide ad ampliare l'edificio e dotarlo di fonte battesimale e tabernacolo.
Secondo gli atti del vescovo Griffoni (1708) la chiesa era dotata anche di un secondo altare dedicato alla Beata Vergine cui concorreva alla manutenzione la famiglia Frecavalli.
Nel 1713 alla chiesa fu affiancata l'abitazione di un eremita che provvedeva alla custodia e alla pulizia dell'edificio vivendo solo delle elemosine.
Nei primi decenni del XIX secolo la chiesa era in cattivo stato di conservazione tanto da dover subire lavori di riparazione (tetti e consolidamento degli apparati murari in particolare, ma furono effettuati interventi anche al campanile).
Il 26 novembre 1912 il tetto della chiesa crollò rendendo l'edificio inagibile; fu istituita una commissione diocesana per la raccolta fondi al fine di innalzare una nuova chiesa. Per la nuova costruzione ci si affidò ad un progetto ridimensionato dell'ingegnere milanese Francesco Arcelli e fu inaugurata e benedetta nel 1915.
Caratteristiche
Si tratta di una chiesa in stile neogotico dove si alternano fasce ad intonaco con la tradizione lombarda del mattone a vista. La facciata a capanna con lesene laterali e fascia centrale in cotto; quest'area include il portale con arco a tutto sesto ed il rosone. Sopra la trabeazione è posto un timpano triangolare.
L'interno, a pianta a croce greca appena accennata, è dominato da arconi gotici e decorato dal pittore trigolese Giovanni Somboli. Alle pareti sono collocati due affreschi di G. Secchi raffiguranti L'avvento di Gesù col centurione romano (lato destro) e Gesù nell'atto di dare le chiavi a san Pietro (lato sinistro).
La chiesa conserva anche due opere seicentesche restaurate nel 2001; quella raffigurante San Giovanni Battista con sante vergini e martiri è di autore ignoto, l'altra rappresenta la Madonna col bambino e santi ed è stata attribuita a Tomaso Pombioli.
L'organo è di autore anonimo e di ignota provenienza, risultando un assemblato di componenti di varie epoche. È collocato nel coro, sul pavimento, addossato alla parete dell’abside. Caratteristiche: tastiera di 56 tasti (Do1-Sol5), pedaliera piana di 27 pedali (Do1-Re3, 12 note reali). 9 registri con comando a manetta. Somiere a vento, trasmissione meccanica.
Il campanile di 34 metri è collocato alla parete orientale, ha una base di poco più di 4 metri di lato e ripete lo schema stilistico della chiesa con l'alternanza di riquadri e cornici in cotto. La cella campanaria con aperture a tutto sesto è sormontata da timpani triangolari circondati da pinnacoli. La cuspide piramidale è in muratura.
Bibliografia
- Vittorio Tiberi, Crollò nel 1912 il tempio della diocesi cremasca, in La Provincia di sabato 7 settembre 1957.
- Giulio Zignani, La mostra di Somboli a Tngolo (nel primo anniversario delia morte), in La Provincia di martedì 1° maggio 1984.
- Ferruccio Caramatti, Da Ero a Salvirola, Pandino, 1995.
- Gianni Bianchessi, Dopo i restauri un 'Cristo nero' in duomo, in La Provincia di sabato 3 marzo 2001.
- Gruppo Antropologico Cremasco, I campanili della Diocesi di Crema, Crema, 2009.
- Autori vari, Regesto degli organi della diocesi di Crema, in Insula Fulcheria XLI, Crema, 2011.